Secondo la tradizione, dopo il martirio di San Dalmazzo (5 dicembre 254), sul sepolcro del Santo e dei suoi compagni, venne eretta una chiesa sepolcrale, "la memoria", venerata con grande devozione dalle popolazioni vicine.
Tra il 450 e il 480, San Valeriano, originario probabilmente di Pedona, divenne vescovo di Cimiez (Nizza), e fece costruire un' "aula basilicale" (che da allora prese il suo nome) che inglobava la "cella memoriae" , incrementando cosi maggiormente il culto per San Dalmazzo e i suoi compagni.
Nel VII secolo, sotto il regno dei Longobardi, si ebbe un ampliamento dell'aula Valeriana e una risistemazione della "cripta", che presenta tutt'oggi elementi architettonici tipici longobardi, alcuni dei quali conservati nel museo di Cuneo.
La vita monastica fiori con l'ordine benedettino che organizzò a Pedona una grande Abbazia.
Dopo un periodo di devastazione dovuto alle invasioni dei saraceni (sec. X), i monaci benedettini ricostruirono l'Abbazia, su una grande pianta di cinque navate.
La struttura della chiesa attuale è quella romanica del secolo XI, che è possibile ritrovare in larga parte intatta come dimostra la facciata tornata alla luce nel 1982. Le aggiunte delle varie epoche, sono evidenti all'interno. Attualmente è in corso un importante progetto di restauro e recupero.
La chiesa, quale culla del cristianesimo nella zona Sud Piemonte e Alpi Marittime, è importante da visitare sia dal punto di vista architettonico che storico-artistico.
Sono possibili visite guidate contattando telefonicamente la Parroccha di San Dalmazzo (0171-266133).